Ultima modifica il 19 settembre 2022 in Curiosità
Parlare di galateo viene spesso considerata un’abitudine d’altri tempi, un modo per apparire educatissimi ed impeccabili in ogni momento della vita sociale.
La realtà però è ben diversa e, se si analizza a fondo il significato del galateo, ci si rende conto che non è solo una questione di "pura etichetta", ma di relazionarsi con le altre persone. È un codice che permette di stare bene con noi stessi prima che con gli altri, che ci consente di fare ordine nelle nostre emozioni e agire di conseguenza quando ci rapportiamo al resto dell’umanità. In una parola: empatia.
È questo che da anni cerca di fare emergere Elda Lanza, strenua fautrice di un galateo alla portata di tutti e, soprattutto, visto come risorsa quotidiana. Una certezza.
Elda Lanza è stata la prima presentatrice televisiva italiana e, oltre ad essere tutt’ora una famosa giornalista e scrittrice, è la persona più esperta in Italia in fatto di buone maniere. Pur non essendo più tranoi, Elda continua a fare scuola con i suoi consigli di buona educazione ed eleganza; è del 2016 l'ultima pubblicazione de “Il tovagliolo va a sinistra”, manuale di galateo moderno che pone particolare attenzione ai momenti conviviali. Tanti, inoltre, l’avranno presa in simpatia grazie alla sua partecipazione a programmi TV come Detto Fatto e I menu di Benedetta.
Per scrivere questo articolo ci siamo ispirati proprio a lei e al suo modo di concepire il momento del desinare.
A lettura conclusa, le regole del galateo a tavola non vi appariranno più così bizzarre, ma inizierete a concepire ognuna di esse come la naturale risposta ad una logica precisa e condivisa.
Le origini del galateo, come concezione di convivenza sociale, risalgono a cinque secoli fa, quando un monsignore dell’abbazia di Sant’Eustachio a Nervesa (Treviso), venne incaricato dal proprio vescovo di compilare un manuale che potesse migliorare la condotta di chi frequentava il suo palazzo ed in particolare la sua tavola.
Questo trattato venne quindi redatto dal monsignor Giovanni Della Casa ed è una fotografia della vita di corte del Cinquecento.
Partiamo dall'inizio, e cioè dalle regole di base che chi fa un invito in casa propria deve necessariamente osservare. Colui che invita dovrebbe trattenersi dal mettere in mostra la propria agiatezza o, peggio, cercare di ostentare una falsa capacità economica.
È bene non affannarsi troppo in presenza degli ospiti e l’essenziale è concentrarsi sulla propria affabilità, senza esagerare: la perfezione non appartiene a nessuno e gli ospiti lo sanno. Loro stessi possono essere vittima di disattenzioni. In ogni caso è fondamentale non farli sentire a disagio e rassicurarli con un sorriso.
Il galateo vuole che il responsabile dell’intoppo debba farsi perdonare, inviando alla padrona di casa dei fiori con un biglietto di scuse.
Un invito a pranzo è la scelta migliore per ricambiare un regalo: sono da evitare i regali che cercano di porsi sullo stesso livello di costo.
Prima di prendere posto a tavola, perché non intrattenere i nostri ospiti con un piacevole aperitivo?
Apparecchiare la tavola è un gesto di logica, necessariamente strutturato per rispondere a delle esigenze precise. Ecco perché il galateo vuole che si apparecchi secondo il menu e cioè secondo le portate in esso previste: minimo tre e massimo cinque.
Antipasti, primi, secondi di carne, secondi di pesce, dolce (o frutta) compongono il menu completo e ognuna di queste componenti deve rispettare alcune restrizioni; il pesce va servito prima della carne, mentre il dolce viene prima della frutta. Se si vuole proporre il sorbetto, questo va servito tra pesce e carne. È preferibile proporre minestre in brodo solo in un pranzo informale (tra amici o, meglio, tra parenti).
Trattando questioni più pratiche, possiamo dirvi che il menu non va mai appoggiato sul piatto in cui si mangia, al massimo lo si può posizionare sul sottopiatto. Si può mettere anche sulla tavola, a lato del tovagliolo.
Per quanto riguarda l’impaginazione, deve essere scritto a mano oppure stampato (in occasione di pranzi di lavoro e matrimoni). La prima lettera di ciascuna portata e dei nomi propri deve essere maiuscola e i cibi non vanno mai preceduti dall’articolo.
La regola generale del galateo a tavola vuole che sulla tovaglia ogni piatto venga appoggiato in centro ad un rettangolo immaginario di 60x45cm (base per altezza), ovvero lo spazio adibito ad ogni convitato.
Nell’apparecchiare la tavola è consentito l’utilizzo di un mollettone se il piano risulta così delicato da essere sensibile al calore o all’umido. Questa pratica venne introdotta da Madame Ritz nell’Ottocento, con l’intento di attutire il rumore di piatti e stoviglie nel proprio hotel a Parigi.
La tovaglia da apporre su di esso può essere di qualsiasi colore, stile e materiale: ciò che conta è che non sia stropicciata o non abbia pieghe. La giusta lunghezza di caduta della tovaglia dal bordo del tavolo deve corrispondere alla distanza tra il piano del tavolo e le ginocchia (tra i 30 e i 40cm).
Elemento indispensabile da localizzare nel raggio d’azione di ogni commensale è il tovagliolo. Può essere dello stesso colore della tovaglia, oppure a contrasto; inoltre il galateo contemporaneo vuole che questo venga posizionato sulla sinistra. Questo è motivato ancora una volta dalla logica: sulla destra trovano posto due posate (cucchiaio e coltello) e i bicchieri, mentre sulla sinistra abbiamo una sola posata ed eventualmente il piattino del pane; ecco perché il lato sinistro è il più adatto ad accogliere il tovagliolo. Inoltre, una volta seduti a tavola lo si dovrebbe stendere sulle ginocchia, anche se è curioso ricordare che questa collocazione si è evoluta per motivi sociologici nel corso dei secoli (dalla spalla, all’avambraccio fino, per l’appunto, alle cosce).
Altra curiosità: il primo tovagliolo era costituito da un pezzo di pane con cui pulirsi la bocca, che veniva poi mangiato a fine pasto.
Per comportarsi con eleganza, il tovagliolo dovrebbe essere utilizzato per pulirsi la bocca prima di bere. Il motivo? Evitare di lasciare fastidiosi aloni sull’orlo del bicchiere.
Una volta concluso il pasto, il tovagliolo va riposto nuovamente sulla sinistra: ricordatevi che non dovete assolutamente ripiegarlo. Al contrario, è bene lasciarlo spiegazzato.
Piatti, posate e bicchieri
Vediamo ora gli altri componenti indispensabili per una tavola ben apparecchiata.
Il piatto piano deve essere messo ad una distanza di 3 cm dal bordo del tavolo, per far sì che eventuale cibo in caduta si fermi sulla tovaglia e non sull'abito. Segue la fondina che viene sovrapposta al piatto piano. Sopra di essa è previsto un piattino nel caso in cui l’antipasto venga servito su un piatto di portata; il piattino deve essere necessariamente tolto ad antipasto concluso.
Il sottopiatto non è indispensabile, ma abbellisce sicuramente la tavola.
La disposizione delle posate deve seguire l’ordine di servizio delle portate: all'esterno si mettono le posate che si usano per prime e cioè cucchiai (da minestra o consommé) e coltelli (con la lama rivolta verso l’interno. Le forchette vanno poste sulla sinistra ad esclusione di quelle con due punte, per ostriche e lumache; questo perché la mano sinistra dovrebbe essere impegnata a tenere fermi i gusci.
Non è previsto in tavola il cucchiaino del gelato: deve essere servito insieme alla coppetta del gelato in un piattino sottocoppa: il tutto viene portato in tavola solo quando è il momento, adagiati su un piattino più grande.
In linea con i coltelli, sono previsti tre bicchieri principali sulla destra; dall'esterno verso l'interno: acqua, vino rosso, vino bianco. La flûte, se prevista, va posta dietro questi tre bicchieri.
La saliera è individuale oppure ogni due ospiti, mentre la formaggiera va posta a sinistra dell’ospite femminile più di rilievo. Gli stuzzicadenti in tavola sono vietati.
Bottiglie
Se non avete un domestico o personale di servizio, le bottiglie devono essere disposte in tavola, a portata di mano del padrone di casa e degli altri ospiti maschili, così da poter contribuire al servizio.Per quanto riguarda i vini, il consiglio di Elda Lanza è quello di scaraffare “soltanto il vino mediocre”; inoltre il vino va versato con la mano destra senza appoggiare il collo della bottiglia o toccare il bicchiere con la mano libera.
Per un'accoglienza adeguata, devono essere pronte delle grucce per adagiare i cappotti degli ospiti (non vanno messi sul letto!); inoltre devono essere previsti vasi che possano ospitare i fiori ricevuti in dono dagli invitati.
Nel bagno vanno poste salviette pulite per ciascun ospite, oltre ad una saponetta nuova.
Infine, se i vostri ospiti entrano nella vostra casa per la prima volta, la si può far visitare, ad esclusione dei bagni.
Quando arriva il momento di prendere posto a tavola, gli ospiti devono sentirsi a proprio agio e non essere messi in difficoltà; è per questo che i posti vanno decisi in anticipo e segnalati tramite dei segnaposto. Per i padroni di casa è prevista la disposizione all’inglese, che li vuole seduti alle due estremità. Ai lati del padrone di casa siedono le due donne più importanti, mentre i due uomini di maggior peso prendono posto ai lati della padrona di casa. Il resto della tavola deve alternare uomo-donna (coniugi e conviventi non devono essere mai vicini); i fidanzati, invece, possono sedere vicini.
I segnaposto devono riportare nome e cognome dell’invitato, senza includere le cariche. Il galateo a tavola vuole che vengano scritti a mano.
I padroni di casa devono vestirsi con minor tenore rispetto a quello che ci si aspetta dagli ospiti. Gli ospiti, invece, devono scegliere il proprio abbigliamento a seconda dell’importanza dell’invito. Questi devono essere puntuali (sono consentiti 10-15 minuti di ritardo, ma non si fa bella figura arrivando in anticipo.
Se esistono motivi validi è possibile declinare l’invito all’ultimo momento. In tal caso ci si deve scusare inviando alla padrona di casa un mazzo di fiori con biglietto annesso.
Secondo il galateo a tavola i deve stare eretti ma non rigidi; non si possono tenere le mani in grembo e non si devono accavallare le gambe, così come non sta bene far oscillare la gamba. Le mani non impegnate con le posate vanno appoggiate alla tavola, in corrispondenza dei polsi.
Infine, è compito dei padroni di casa tenere vivace la conversazione per tutta la durata del pasto, intervenendo in eventuali imbarazzanti momenti di silenzio.
Da non scordare mai, soprattutto sotto le feste di premunirsi della posateria a servire adeguata e funzionale per l'occasione come ad esempio il coltello panettone o l'aprispumante.
Per riassumere, qualsiasi sia lo stile da te scelto per l’allestimento della tua tavola, segui sempre le 10 regole di base del Galateo per una mise en place semplicemente perfetta:
Siete pronti ad accogliere i vostri ospiti come si deve in occasione delle feste natalizie? Se non avete ancora trovato il servizio di piatti che fa per voi, potrebbe interessarvi l'articolo "Servizi di piatti natalizi: come scegliere?".
Fonte principale: Elda Lanza, 2016. "Il tovagliolo va a sinistra", Casa Editrice Vallardi.